Decreto salva casa, sanatoria o condono?

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Il Decreto Salva-Casa, entrato in vigore il 30 maggio 2024, in teoria permette di regolarizzare le varie difformità edilizie presenti sugli immobili residenziali. Diciamo che riprende quello che è attualmente la sanatoria non richiedendo però la verifica della doppia conformità sia con le normative attuali (al momento della presentazione della pratica) sia con quelle in vigore al momento della realizzazione dell’abuso.

Cosa prevede:

Con l’introduzione del decreto salva casa si prevede:

  • aumento delle tolleranze: la percentuale di difformità tollerata, in precedenza al 2%, per le abitazioni fino a 300 metri quadrati sale al 4%, mentre per quelle tra 300 e 500 metri quadrati arriva al 3%. Per le superfici superiori resta al 2%
  • mancanza di permesso: sono ammessi interventi come l’installazione di pompe di calore, la rimozione di barriere architettoniche, l’installazione di vetrate panoramiche (Vepa) su logge e balconi e la realizzazione di strutture di protezione dal sole e dagli agenti atmosferici
  • tempi certi per le autorizzazioni: si prevede che i tempi di approvazione per la regolarizzazione diventino certi e brevi, 30 giorni per la segnalazione certificata e 45 per i permessi di costruzione
  • costi variabili: per sanare le irregolarità si paga una cifra che varia da 1.032 a 30.984 euro, a seconda della zona in cui si trova e dell’aumento del valore venale (il prezzo offerto sul mercato immobiliare per l’immobile, considerando i prezzi al mq rilevati dall'”Osservatorio del mercato immobiliare” per immobili simili nella stessa località)

Alcuni interventi possibili:

  • mancato rispetto delle altezze minime
  • difformità delle opere di manutenzione ordinaria
  • errata realizzazione di elementi non strutturali
  • errori progettuali
  • aumento di volume non superiore al 4% per le abitazioni fino a 300 metri quadrati

I documenti necessari

Per richiedere la sanatoria, è necessario presentare una domanda al Comune competente tramite un tecnico abilitato, corredata da una serie di documenti, tra cui:

  • richiesta di permesso di costruire o Scia in sanatoria
  • relazione tecnica asseverata
  • documentazione fotografica
  • attestato di conformità degli impianti

Quanto costa?

Prima di poter presentare le pratiche in comune occorre effettuare visura degli atti depositati in comune che rappresentano l’ultimo stato autorizzato dell’immobile. Da qui occorre partire è confrontare lo stato attuale dei luoghi con quanto autorizzato. Il catasto non è probatorio e non è validante se non per alcuni casi che riguardano immobili molto datati.

I costi quindi comprenderanno prima un’attenta analisi con rilievo dei luoghi e confronto degli atti depositati (costo variabile dai 250 € a 500 €) e successivamente la presentazione delle pratica con relativa emissione di relazione tecnica (costo variabile da 1200 € a 1500 €), in più da aggiungere i costi effettivi della sanatoria che nel caso di sanatoria di volumetrie insistenti su circa 10 mq possono richiedere anche 15.000 € a seconda poi della posizione e localizzazione dell’immobile (città, zona , etc).

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